Come cittadino romano aderisco al Comitato “Mejo de No” che respinge l’idea di una liberalizzazione del trasporto pubblico locale poco chiara nei suoi effetti. Sui lavoratori e sugli utenti. Aderisco in primis per una ragione culturale: non ci possiamo infatti rassegnare, soprattutto a Roma e come generazione, al pensiero per cui tutto quello che non funziona nel pubblico può essere risolto con gare che aprono a soggetti privati. É inaccettabile che neanche si provi a risanare e rilanciare il servizio pubblico. Per carità, il referendum del prossimo giugno è puramente consultivo ma, di fronte all’inaccettabile silenzio del Campidoglio e al comportamento dell’Amministrazione comunale e del Sindaco che dopo aver speso 12 milioni di euro in consulenze per il concordato incassa dal Tribunale delle critiche pesanti, credo sia meglio esprimersi. Il trasporto pubblico locale é bene comune. Questo silenzio che genera confusione alimenta incertezza in chi lavora nell’azienda e non offre soluzioni a chi prende quotidianamente i mezzi pubblici. Sarebbe stata meglio la Politica di un referendum consultivo e di un Concordato pericoloso. In assenza di questa, ‘Mejo de No’ offre almeno uno spazio per chi crede che il trasporto pubblico locale di Roma non possa essere discusso come una materia di serie B”.
Così in una nota Daniele Torquati, capogruppo Pd in Municipio XV