“É con profondo dispiacere che non approvo la scelta fatta da alcuni Deputati e Dirigenti nazionali del mio Partito di indire per oggi una conferenza stampa per dire Sì al referendum consultivo sul trasporto pubblico locale di Roma. Pur rispettando l’esito del referendum interno, questa scelta rischia di dividere ancora di più la nostra comunità dove un generoso 40% ha votato No, mentre molti altri neanche hanno ritirato la scheda proprio perché non d’accordo al quesito proposto dai Radicali. E’ triste constatare la mancanza di sensibilità politica in questo difficile momento storico per il centro sinistra tutto. Ancor più triste è prendere atto di una Capitale non più al centro dell’attenzione e della cura del Governo Nazionale. Non ci aspettiamo nulla da chi per anni ha detto “Roma Ladrona” o da una Sindaca che ha letteralmente abdicato al suo ruolo. Chiediamo però ai nostri dirigenti di tenere unita una comunità: avremo bisogno di tutti per costruire insieme una nuova proposta per Roma. L’approccio al TPL sia culturale: prima delle gare, in tutte le Capitali europee si è pensato alle infrastrutture. Infrastrutture che a Roma peraltro sono insufficienti. Un pensiero lungo, di orizzonte e sviluppo per la nostra città, presupporrebbe una proposta su tutto quello di cui la Capitale ha bisogno per essere una metropoli del nuovo millennio. Ricordo a tutti che il privato peraltro a Roma è già noto ai lavoratori di Roma Tpl e alla periferia dove passano le loro linee di cintura della città: i primi non vedono gli stipendi, i secondi hanno votato No nell’ambito del nostro referendum interno. Torniamo a sognare lo sviluppo di Roma e leggiamo veramente quello che ci dice la periferia. Dopo, solo dopo, a chi sarà gestore di cosa”.
Così in una nota Daniele Torquati Capogruppo in Municipio XV e membro della Segreteria romana e dell’Assemblea nazionale del PD.